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Di ossigeno e creatività…

Un mese fa ho compiuto cinquant’anni. 

E una settimana dopo ho festeggiato il mio decimo anniversario di matrimonio.

In quest’anno difficile  e particolare ho ricevuto un regalo fuori dal comune, una cena in un ristorante stellato e più precisamente nel ristorante della Chef (o cuoca, come lei si definisce) triestina Antonia Klugmann.

Da fare almeno una volta nella vita.

Una meditazione culinaria, un’esperienza sensoriale da comprendere , da assaporare in silenzio, avvolti da sapori profondi e profumi persistenti.

Ma non è di cucina che vi voglio parlare.

Qualche giorno fa leggo un’ intervista della Chef rilasciata ad una prestigiosa rivista di cucina dove, fra le varie cose, parla dell’importanza della creatività.

E fra tutte le belle cose dette (ispirandosi tra l’altro a Virginia Woolf e alla sua A Room of One’s Own)  mi colpisce questo passo:

 “Bisogna dare ossigeno alla mente per poter creare, e spesso le donne sono soffocate dalla quotidianità”.

E penso a quante idee ronzano nella mia mente e lì restano perché la quotidianità prende il sopravvento.

E penso a quanto il lavoro e la vita di tutti i giorni riescano a prosciugarci le energie e a non darci tempo di creare cose belle.

E penso a quanto la quotidianità di cui si parla abbia la capacità di mitigare gli slanci creativi e appiattirci dentro.

Perchè magari al mattino ti balena un’idea per uno scritto e ti riprometti di buttarla giù la sera.

La sera sei talmente stanca che ti lanci sotto le coperte appena ne hai la possibilità procrastinando tutto al giorno successivo, quando la cosa si ripeterà.

Le donne sanno essere creative in modo imbarazzante, e per imbarazzante intendo una creatività totale, profonda, innovativa in infiniti campi.

Io stessa ho Amiche (con la A maiuscola) con dei talenti creativi potenti.

Ma oltre ad essere donne, queste Amiche sono insegnanti, commercianti, impiegate, ballerine, mamme, compagne e mogli.

Rinchiuse nella loro quotidianità inevitabile, necessaria e molte volte troppo stretta, sacrificano anche inconsciamente il loro talento in nome di qualcosa che non saprei definire.

Amore, o dovere?

Io mi sento moltissime volte legata dai doveri quotidiani che non mi lasciano la necessaria tranquillità e serenità per fare  quello che realmente vorrei.

E capisco perfettamente quando la bravissima chef dice che la mente ha bisogno di ossigeno per creare.

E per ossigeno non credo intenda il mero elemento chimico quanto la presenza di pensieri che come zavorre non lasciano uscire quanto vorresti.

E allora che fare?  Sarebbe bello avere una risposta che vada bene per tutte.

Come la Woolf si è creata una stanza tutta per sé, la Klugmann si è rifugiata in una meravigliosa cucina.

Io sto ancora cercando il mio posto ossigenante ma credo che la mia Poang Ikea rossa nell’angolo del salotto sia già un buon punto di partenza.

Bisognerebbe essere talmente brave da togliere ai pensieri quotidiani il loro potere distruttivo, sarebbe meraviglioso riuscire ad isolare la nostra mente dalle preoccupazioni per farla sbocciare in tutta la sua Bellezza.

Utopia? Sogno irrealizzabile?

No, semplice necessità.

Per sentire la vita dentro.

photo: Burst (free)

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