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Di comfort zone e occasioni da non perdere…

Partiamo da qui.

Non avrei mai e poi mai pensato di vivere un’esperienza del genere in vita mia.

E invece, nel giro di qualche giorno tutte le nostre vite sono state rivoltate come calzini, le nostre anime spiazzate e il nostro sistema nervoso messo alla prova.

Una realtà anomala, straniante, con la quale siamo costretti a convivere nostro malgrado, cercando di adattarci nel miglior modo possibile e cercando di far quadrare quel cerchio formato da abitudini ormai consolidate e ora destabilizzate.

Il tempo dilatato, le giornate lunghe e da riempire.

In questi giorni siamo più vulnerabili di sempre, nudi, scalzi, scoperti nella nostra debolezza umana e fragili nelle nostre paure.

Privi di contatti fisici, cerchiamo nel mondo virtuale qualcosa che riesca a sopire quella fame di umanità che riscopriamo avere più forte che mai.

D’altronde è nei momenti della Mancanza che ci si accorge dell’Importanza e credo che un’esperienza come questa possa farcelo capire.

Personalmente ho la fortuna di poter lavorare da casa e di tenermi impegnata per una parte del giorno, ma questo non placa l’ansia per il futuro che si è impossessata di me.

Sono molto brava a farmi dei film mentali e confesso che nei giorni passati mi sono immaginata come una barbona sotto un ponte a dar da mangiare a ratti e piccioni (stile Bette Davis in “Angeli con la pistola”, insomma)

La paura di non poter più lavorare mi terrorizza.

Oggi più che mai ho bisogno della mia confort zone, evito tutto ciò che mi procura ansia immotivata e mal di testa lancinanti, centellino le notizie di aggiornamento sulla pandemia, rispondo male agli amici che inoltrano a catena fake news inutili e dannose e durante le ore libere dal lavoro cerco di dedicarmi ad attività per quanto possibile rilassanti.

Ho tirato fuori gli acquerelli vecchi e ho ripreso a buttar giù colori, sono delle cose orribili che non mostrerò mai in giro ma aiutano a mitigare la preoccupazione e ad alleggerire la mente.

Ho pulito la casa facendola diventare ufficialmente un presidio medico chirurgico, devo rammendare vecchi calzini che giacciono inermi nella cesta delle cose da sistemare.

Non ho cucinato.

Sono a dieta da due mesi e in tre settimane rischio di mandare all’aria tutti il lavoro fatto fino ad ora.

Faccio ginnastica due volte la settimana via Skype con un’insegnante che prima di essere tale è una Donna.

Complice un messaggio di un’amica, ieri mi domandavo quale sarà la prima cosa che farò una volta ripresa la libertà.

Non ho dubbi.

Andrò a riabbracciare mia madre.

Ormai non la tocco da almeno due settimane, mi manca da morire, mi mancano da morire le sue carezze sulla mia testa, le sue mani dalla pelle ormai trasparente e il suo scompigliarmi i capelli.

Riesco a vederla in videochiamata e ci mandiamo tanti baci e tanti sorrisi, il distacco fisico mi tormenta e io ridivento un po’ bambina.

L’incertezza di questo tempo logora le certezze sedimentate, cerchiamo di andare oltre, cerchiamo di ridimensionare quello che abbiamo dentro, ci viene data un’occasione importante per farlo, un’occasione per risistemarci i pensieri, un’occasione per riscoprirci e riscoprire gli altri.

Non so se saremo diversi da come eravamo prima, non sono così confidente in cambiamenti umani così radicali, ma confido in una consapevolezza maggiore e una sensibilità più profonda che da tempo si era persa nei meandri di facili egoismi.

E’ la nostra occasione, non sprechiamola.

Photo by Brodie Vissers via Burst (free)

2 commenti

  • EMANUELA

    Grazie Caterina per queste parole. Anch’io come prima cosa vorrò riabbracciare mia madre e mio padre e la loro meravigliosa cagnolina Luna. Il mio pensiero va e viene a “Ti avrei chiamata Nina”. Questi giorni mi sento in un limbo, alle volte mi dimentico di essere una mamma senza figli mentre alle volte il dolore è forte. Penso: il virus finirà ma il vuoto nel mio cuore resterà tale. Immagino a come avrei gestito questo tempo se Nina fosse stata qui con me e il mio compagno al tempo del Coronavirus. La mente vaga e alle volte trova un tiepido conforto tra le belle cose che vedo: il sole, i fiori, il cielo stellato….#andràtuttobene #saremopersonemigliori

  • Caterina

    Cara Emanuela, quante domande in questi giorni.
    Credo sia per tutti così.
    Sono giorni in cui la riflessione diventa naturale se non obbligatoria.
    Abbiamo più tempo e tranquillità per stare insieme ai nostri pensieri.
    Voglio pensare che non sia tempo perso, anzi.
    Voglio pensare che sia un tempo utile alla rinascita di ognuno di noi, ognuno a modo proprio.
    Vero, chissà come sarebbero state le nostre vite se ci fossero state le nostre Nina, ma credo che il momento ci chieda di andare oltre, di pensare al qui e ora e di prepararci per il prossimo futuro.
    Non so se saremo persone migliori, ma di sicuro saremo persone diverse.
    Ti abbraccio forte.

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